martedì 2 gennaio 2018

Il ponte sul fiume Kw... Strypa


Viaggiamo senza particolari problemi sino a quando non incontriamo un ponte sul fiume Strypa : non sappiamo che cosa sia accaduto in queste lande, sicché il Maggiore manda avanti un piccolo nucleo scelto per verificare la situazione: i tiratori scelti, Fedor (esperto di esplosivi, in caso il ponte sia minato) e tre soldati semplici. Chiedo ed ottengo di essere aggregato al gruppo.
Avanziamo con cautela, sebbene tutto sembri deserto: ad una cinquantina di metri dal ponte notiamo chiaramente che la struttura è minata. Vasilij, che con la sua esperienza di tiratore scelto ha sviluppato un grande spirito di osservazione ed è dotato di occhio di falco, osserva preoccupato dei palazzi collocati oltre il ponte, ma poi, rasserenato, ci fa cenno di avanzare tranquilli.
Ci alziamo per andare a sminare il ponte e dalle finestre del palazzo partono una serie di spari: un soldato, colpito in testa, cade morto, Fedor è ferito al braccio, io sento i colpi sibilarmi intorno. Ci rifugiamo dietro ripari di fortuna.
Provo a sistemare la mia mitragliatrice, ma una serie di spari mi dissuadono. Intanto i nostri tiratori scelti rispondono al fuoco, e Ludmilla dimostra di essere un po’ più scelta di Vasilij: due colpi, due caduti, mentre il maschietto ne colpisce solo uno. Non per nulla conta già 200 vittime a 100. E non è l’unico dei suoi pregi, come è chiaro immediatamente a chiunque veda Ludmilla in foto o dal vero: un vero prototipo di Donna comunista, se mi è concesso il commento piccante.
Mentre discutiamo se sia fattibile una sortita sino al ponte da sminare, considerando i metri allo scoperto e la copertura limitata che possiamo fornire, dai palazzi si sente una voce potente, dal chiaro accento ucraino, che ci giunge distinta.
«Se volete passare, dovete consegnarci tutte le provviste.»
Ucraini traditori. Non sono mai stati dei veri compagni: Stalin è stato fin troppo buono con loro, sterminandoli poco. Valutiamo rapidamente se sia possibile passare il ponte e poi sterminarli tutti, come meritano, ma è chiaro che una simile azione deve essere concordata con il Maggiore
Azi.
Rispondiamo dunque che non abbiamo l’autorità di accettare la richiesta, ma che dobbiamo conferire con il nostro Maggiore e chiediamo che ci sia concesso di tornare fra le nostre linee a tal scopo. Ottenuto il permesso, torniamo indietro: non ci sparano.


Dal diario del commissario del popolo Jakov Pavlov

Nessun commento:

Posta un commento