sabato 30 dicembre 2017

Si torna a casa!


Da alcuni mesi l’avanzata del Comunismo langue: siamo bloccati qui a Leopoli da quando la borghesia si è inventata questa storia del far risorgere i morti pur di ostacolare il glorioso cammino del Proletariato. Ammazziamo i nazisti, e quelli si rialzano, più o meno lenti, ma si rialzano. E anche i Compagni, uccisi, si rialzano, dimentichi di ogni dovere verso il popolo, verso il Proletariato, verso Stalin!
Da tempo non riceviamo più supporti: né cibo, né carburante, né munizioni, né, soprattutto, notizie da Stalin ad illuminarci. Anche il solo tenere la posizione si sta facendo dura, così oggi abbiamo avuto l’ordine da parte del Maresciallo Zukov di ripiegare in buon ordine: la mia compagnia, sotto la guida di Azi dovrà avere il ruolo di avanscoperta, in direzione Odessa, dove dovremmo riprendere i contatti con la madrepatria.
Del resto, in tempi non sospetti, il lungimirante e saggio compagno Stalin aveva ben dichiarato che il Comunismo si sarebbe dovuto realizzare in un solo Paese: le eretiche teorie del traditore Trotsky sulla continua espansione della Rivoluzione sono sempre state folli!
Ci mettiamo dunque in moto: un carro T34 guidato dal Kokkinaki, il side car con i nostri tiratori scelti Vasilij e Ludmilla, tre camion di soldati, tutti agli ordini del Maggiore Azi e tutti devoti al Comunismo altrimenti sparo.

Dal diario del commissario del popolo Jakov Pavlov

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