Il giorno dopo, ripartiamo. Non subiamo
attacchi o imprevisti, ma c’è una circostanza inquietante: la
nostra radio capta continui messaggi in tedesco, parte in chiaro,
parte cifrati. Non capiamo molto, ma è evidente che in giro ci sono
reparti nazisti e, a giudicare dai lingotti, gli ucraini sono in
combutta con costoro. Maledetti ucraini: abbiamo donato loro il Sol
dell’Avvenire, ed essi si alleano con la peggior borghesia! Morte,
doppia morte essi meritano!
Dopo quasi un giorno di viaggio,
arriviamo ad una cittadina. Al solito, Fedor e Ludmilla sono in
avanscoperta: stanno percorrendo una via principale, sono quasi
all’ingresso di una piazza quando, improvvisamente, un boato. Mi
affaccio dalla torretta del carro per guardare: il sidecar è riverso
su un fianco, un buco per terra non lascia dubbi: è stata una mina.
Vasilij ci fa un segno rassicurante, ma improvvisamente sentiamo
spari, vediamo Ludmilla cadere. Non abbiamo scelta: dobbiamo fornire
appoggio col carro. Altra mina. Siamo però abbastanza vicini ai
nostri due compagni: Otto esce, sprezzante del pericolo, dal carro,
si avvicina a Ludmilla, la porta al riparo dal carro e, prontamente,
le somministra i primi soccorsi. Appena lo fa, un fiotto si sangue
esce dal collo della donna, ed ella perde i sensi. Vedo Otto
affannato, cerca di rimediare, ma lei sembra esanime.
Noi, dal canto nostro, abbiamo i nostri
problemi: colui che ha (quasi?) ucciso Ludmilla sembra essere un
bravissimo cecchino. Spara con precisione, si muove rapido, e chiama
per nome, con voce fredda e tagliente, Vasilij. Non so dire se il
nostro tiratore scelto sia più scosso dalla pallottola che lo
colpisce lievemente al braccio o dal suono della voce.
Quando riusciamo a riunirci e a
metterci al riparo del carro, rispetto agli edifici dai quali
giungono gli spari, Vasilij, pallido, ci dice di aver riconosciuto la
voce. Era quella del maggiore Koenig, un nazista.
«Un
nazista che dovrebbe essere morto. L’ho ucciso io. E ho visto il
buco della pallottola nella sua fronte.»
Nessun commento:
Posta un commento