mercoledì 17 gennaio 2018

la coda della lucertola


Mentre ci allontaniamo da quel maledetto ponte per andare a conferire con il nostro Maggiore, inizia a cadere una pioggia fredda, maledetta, greve, una pioggia così densa che diventa neve. Abbastanza per creare qualche disagio, non certo per fermare dei russi.
Il Maggiore Azi ascolta con attenzione la nostra relazione, e così pure Otto Schmidt, un tipo strano che si è unito alla nostra colonna: è uno scienziato, utile in quanto è un po’ medico, ma con maggiore interesse per la sperimentazione che per la sopravvivenza. Quando raccontiamo del compagno colpito alla testa che si muove, anche se il fatto che gli manchi la metà destra del cranio fa ipotizzare che sia morto, lui ci tranquillizza: è normale, è la stessa reazione meccanica delle code tranciate di lucertole. A riprova della sua fiducia, si avvicina al compagno decranizzato: quando, però, questi si mette a camminare verso Otto (cosa che le code di lucertola mozzate non fanno), il nostro dotto dottore, prima va in trance, poi dà ordine di sparargli addosso. La teoria va verificata.
Intanto, il Maggiore Azi ha riflettuto: il ponte rappresenta per quei cani la fonte di sostentamento, non lo vorranno far esplodere a cuor leggero. Ebbene, fingeremo di voler parlamentare con quei dannati ucraini servi della borghesia, lui stesso si recherà a parlare e, nel frattempo, io e Fedor, i più abili sminatori del plotone, strisceremo sotto il ponte per disinnescare gli esplosivi. Per Marx, il cammino del Proletariato non si è fermato davanti all’Impero degli Zar, non si fermerà nemmeno di fronte ad un fiumiciattolo!

1 commento:

  1. E che dire dei maledetti ponti borghesi/capitalisti che fanno lo sgambetto ai nostri coraggiosi compagni?

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