Dormiamo
poco. Il nostro valente dottore vorrebbe cogliere l’occasione della
morte del compagno degambizzato per proseguire i suoi esperimenti, ma
il maggiore Azi, con la pistola in pugno, lo convince a soprassedere.
Vietata la sperimentazione diretta, ci dedichiamo alla speculazione
astratta: è evidente, dai fatti e dalle intercettazioni, che in zona
ci sono nazisti che conoscono esattamente la nostra posizione.
Riteniamo assolutamente probabile che ci sia una talpa: potrebbe
essere nel nostro gruppo o anche in una delle altre colonne che
stanno valutando le possibili vie per il ritorno dell’Armata Rossa
in Russia, visto che ci scambiamo indicazioni sulle reciproche
posizioni. Decidiamo che, il giorno seguente, daremo un’informazione
sbagliata sui nostri spostamenti: in tal modo, potremo sapere se
qualcuno ci osserva direttamente o se ottiene informazioni su di noi
grazie a quanto comunichiamo ai compagni delle altre colonne.
Il
mattino seguente, ripartiamo verso Odessa. Il nostro piano, però,
non può concludersi: a metà percorso, captiamo un SOS di un gruppo
di nazisti, sotto attacco da parte di ribelli ucraini! Strano, perché
pensavamo che fossero d’accordo…
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